

In calo i volumi, in aumento il fatturato!
Il primo trimestre del 2018 vede un calo dell’export di vino italiano, ma solo nei volumi, cioè delle quantità di vino vendute, di addirittura il -9%. La buona notizia è che, al contrario dei volumi, il fatturato sale. Una crescita a valore del +4,5% che ben compensa i minori volumi esportati.
La scorsa annata è stata caratterizzata da un maltempo generale, freddo primaverile e siccità estiva, che hanno inciso in maniera evidente sulle rese produttive. Avendo meno uva a disposizione, è salito il suo prezzo al chilogrammo, e di conseguenza anche il prezzo del prodotto finale, il vino.
Chi va bene e chi va male
I vini comuni sono quelli che se la passano peggio: -32,6% volumi esportati. Dall’altra parte troviamo gli spumanti, che trainano il settore sotto ogni aspetto: +2,8% volumi, +14,6% valore.
Tra i paesi importatori, aumentano le vendite sia a volume che a valore in Belgio (+64,4% e +69,9%), Germania (+34,3% e +10,8%) e USA (+14,3% e +18,6%). Inaspettato il calo dei volumi in Regno Unito (-6,1% e +2%), uno dei mercati più ricettivi per quanto riguarda il vino. Bene i vini DOP che segnano +12,2% e +10,4%, male i vini IGP, -12,8% e -6,5%.
Posizionamento
Nonostante la diminuzione dei volumi venduti, i vini italiani vengono molto apprezzati all’estero: l’aumento del valore delle esportazioni ne è la prova. Le cantine puntano sul brand, utilizzano i social media e riescono a posizione meglio il loro prodotto. La presenza delle cantine su Facebook e Instagram è infatti aumentata in modo massiccio negli ultimi anni, attirano milioni di follower e amanti del vino. I contenuti in salita tra i risultati di ricerca sono “vitigni autoctoni” e “sostenibilità”, segno di una maggiore cultura e consapevolezza da parte dei consumatori.
Consumatori che ormai non si accontentano più di un semplice vino comune.