

I consumi
L’olio di oliva consumato ogni anno nel mondo è 2,95 milioni di tonnellate. L’Unione Europea ne consuma ben la metà. I primi paesi consumatori di olio di oliva sono infatti Italia, Spagna e gli insospettabili Stati Uniti, con rispettivamente il 18,9%, il 15,9% e il 10,7%.
Nel 1992 i consumi erano 1,98 milioni di tonnellate. Molti paesi in 25 anni hanno più che raddoppiato, se non triplicato, i consumi: Stati Uniti +174%, Francia +154%, Germania +360%, Brasile +313%, Regno Unito +248%, Giappone +1112,7%, Canada +229% e Russia +233%.
Ad oggi, i consumi di olio di oliva sono aumentati in media del 49%. Merito anche della crescente popolarità della dieta mediterranea, considerata il segreto per una vita lunga e sana. I principali paesi produttori di olio di oliva infatti, si trovano nel bacino del Mar Mediterraneo, e l’età media di questa zona è alta. Nei paesi industrializzati c’è un elevato livello di benessere, e le persone hanno una maggiore sensibilità quando si parla di salute e vita sana.
La produzione
Il primo produttore mondiale è la Spagna con il 40,2%, a seguire l’Italia con il 13,5%, la Grecia con il 10% e il Portogallo con il 3,9%. In totale nel 2017 la produzione è stata di 3,2 milioni di tonnellate di olio di oliva.
In Spagna le imprese sono di grandi dimensioni, il sistema di coltivazione utilizzato è superintensivo e produce grandi quantità abbattendo i costi. Di conseguenza il prezzo di vendita è minore, ma l’olio prodotto è molto: in questo modo, la Spagna copre la maggior parte del mercato.
In Italia invece, la maggior parte degli olivicoltori sono imprese molto piccole, con pochi terreni, produzione contenuta e basso reddito. Gli investimenti sono impegnativi, perché il fatturato non è sufficiente a coprirli. Le imprese italiane dovrebbero puntare sulla caratterizzazione del prodotto, sulle varietà locali e sul marketing per far capire al mercato che il loro prodotto ha il valore aggiunto della qualità artigianale.
Il futuro dell’olivicoltura
E’ facile immaginare che prossimamente, paesi come la Cina che ha grande disponibilità di terreni, aumenteranno la loro produzione di olio di oliva. Spagna, Italia e Grecia saranno minacciate da questi paesi dalla capacità produttiva immensamente superiore. Per evitare di perdere quote di mercato, le imprese dovranno organizzarsi al meglio, raggiungere la massima capacità produttiva e investire in caratterizzazione e marketing di prodotto per differenziarsi.
Ci sarà bisogno di tecnici che sviluppino al meglio il marketing per far comprendere al mercato il valore del prodotto. Avremo bisogno di project manager capaci, che riescano ad unire il frammentato tessuto aziendale italiano così da aumentare la redditività complessiva e favorire gli investimenti. Per questo l’ITS Agroalimentare Veneto è già al lavoro, e sta formando i tecnici del futuro dotati delle competenze soft e digitali che richiede il mercato. I Tecnici Superiori che si diplomano hanno conoscenza approfondita del settore agroalimentare, del marketing e della gestione economica dell’impresa.